La Peste Nera si chiamava così per alcuni sintomi facilmente riconoscibili come la comparsa di macchie scure e livide che si manifestavano sulla cute e sulle mucose. L’agente patogeno era un batterio Yersinia pestis) non un virus, ma questi sintomi sono simili ad alcuni sintomi “collaterali” del Covid 19 riportati sul #Corriere di oggi 3 maggio: “necrosi da ostruzione vascolare”, “eruzioni simili ai geloni”. Sono sintomi che appaiono su percentuali basse dei colpiti ma è ragionevole pensare che sarebbero molto più alte se nostra alimentazione e il nostro stato di salute medio fossero gli stessi della Milano manzoniana, o semplicemente quelli dell’inverno del 44, quando i “geloni” -come si raccontava nella mia famiglia sfollata da Milano- erano di casa.
In questo caso il Covid19 ci massacrerebbe peggio della peste nera. Lo stato di salute (soprattutto degli anziani e dei bambini) si mantiene buono stando all’aperto, prendendo luce e facendo attività motorie. Un’altra ondata chiusi nelle case di città ci troverà più immuno-depressi di prima. Forse non ci si ammalerà di Covid, ma -come sta già accadendo a molti miei coetanei- d’altro e di più. #admaiora.
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