Domani sabato 13 maggio sono al Palazzo del Broletto a Como con un mio Lampo su Newton, rivisto e corretto per il Festival della luce . Il padre della prima Teoria dei colori non poteva mancare, visto che il tema di quest’anno era proprio il colore. Ma è un ben strano Newton che porto: sicuramente geniale ma ombroso, geloso, un pò ladro, megalomane e persino autore di un’analisi ragionata del Diluvio Universale e della prossima Apocalisse.
Ecco un’anteprima:
Newton e la vera storia della mela
“La realtà non è come appare” non è solo un sospetto. Siamo circondati da colori e suoni che non possiamo vedere e sentire. Le api riconoscono gli ultravioletti e i serpenti percepiscono gli infrarossi. Noi distinguiamo solo la banda di colori tra il rosso e il viola, ma nessuno sospettava che un raggio bianco li contenesse tutti. Il primo a rivelare l’essenza multicolore della luce è stato Newton, che la scompose e ricompose con un semplice prisma. Isaac, ventiduenne, l’aveva comprato da un venditore di curiosità mentre era a Woolsthorpe, dove si era rifugiato per sfuggire alla peste. A Woolsthorpe c’era la casa di famiglia. È un borgo agricolo a 170 km da Londra e a novanta da Cambridge, dove era studente.
Correva l’anno 1666 e la Teoria sui colori non fu la sola mirabile “pensata” negli anni della peste. L’anno prima aveva sviluppato il calcolo infinitesimale, poi la Legge di Gravitazione Universale. Tutti la collegano alla mela caduta dall’albero sotto il quale stava facendo un pisolino. In realtà il lampo di genio non è provato storicamente, anche perché l’evento -se accadde veramente- ebbe come testimoni solo i maiali e le oche della fattoria. Ma è un magnifico spot. La mela cade accanto allo scienziato e gli fa venire in mente che in tutto l’universo avviene la stessa cosa, la Luna, la Terra, Il Sole, i pianeti. Tutto attrae tutto, ecco cosa dice la Legge della Gravitazione Universale. Richard S. Westfall, autore di una monumentale biografia su Newton, ha svelato il nome del copywriter: è nientemeno che l’esule Voltaire, ammiratore di Newton e suo gran divulgatore.
Tante altre chicche s’incontrano nella biografia di Newton: studente solitario e geniale, professore invidioso e geloso, scienziato tenebroso e narcisista. Fu persino invitato scacciare gli spettri da una casa infestata e il suo alloggio di Cambridge era simile all’antro di un mago. Già, perché il suo campo di ricerca preferito fu l’Alchimia. Non smise mai di cercare il modo di tramutare il piombo in oro. Per completare il quadro si occupò ossessivamente dei testi sacri più antichi. Calcolò la data esatta del Diluvio e della Apocalisse che –parola di Newton- avverrà solo nel 2060.
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